Ritorna Ridge Racer in versione portatile dopo l'esordio che accompagnò il lancio di PSP. Solitamente parlare di Ridge Racer significa parlare di Sony. Da sempre il racing game Namco è stato il cavallo di battaglia della Playstation in ogni sua incarnazione. Ultimamente tra la versione Xbox 360, quella PSP, il settimo capitolo in arrivo per PS3 e il qui presente Ridge Racer 2 non è certo mancata occasione per approfondire l'argomento. Vediamo un po' che cosa si sono inventati alla Namco (Bandai-Namco per la precisione, dopo la fusione delle due aziende) per farci mettere nuovamente le mani sul volante... e al portafoglio.
Il primo Ridge Racers per PSP era stato un grande titolo. Introduceva novità sostanziali nella saga, come la nitro, ripresa e migliorata in RR6 per XBOX 360, e riuniva praticamente tutti i percorsi e la struttura che la serie aveva proposto sin allora. Il titolo appariva solido e completo sotto molti di vista oltre a dimostrarsi una ottima demo tecnica per le caratteristiche grafiche della macchina. Come da tradizione della serie quindi, è inutile aspettarsi grossi stravolgimenti, anzi, perché da sempre, a parte qualche lieve limatina, RR è uno dei brand più involuti della storia videoludica.
Il concetto di fondo di RR è semplicissimo. Correre per vincere, partendo sempre dall'ultima posizione. L'impostazione è quella classica arcade, senza nessuna velleità simulativa (basti vedere la gestione dei drift), con la classica fisica da coin op anni 80 che in caso di collisione rallenta il mezzo. Semplice? Brutto? No, assolutamente. Non facciamo un mistero nel dire che la serie di Ridge Racer, ad oltre una decade dall'esordio in sala e in versione PSX, mantiene un fascino e una godibilità fuori dal normale. Sarà per l'ottimo design delle piste, sarà per l'immediatezza dell'impostazione dei comandi o per la grafica sempre al passo con i tempi, ma indubbiamente RR piace e diverte ad ogni sua incarnazione. Purtroppo, e qui arrivano le note dolenti, questa volta il colpaccio non è avvenuto, o meglio, non sarà tale per tutti. Se Ridge Racer 6 aveva portato una notevole ventata di aria fresca dal punto di vista della modalità di gioco principale e del gioco on line, la versione PSP non ne prende atto, prendendo come punto di partenza il precedente capitolo per la console portatile, offrendone un semplice, e ammettiamolo, scarno update.
Le principali novità riguardano l'introduzione di qualche modifica in alcune modalità. Nell'Arcade è adesso presente un tempo limite per raggiungere i vari checkpoint, mentre il World Tour è stato allungato con 10 eventi in più. Anche il parco macchine è stato potenziato con l'inserimento di 8 nuovi veicoli (per un totale di 62); 9 nuovi circuiti e una dozzina di brani in più completano l'offerta di questo titolo che tuttavia non convince appieno, proprio a fronte del prezzo pieno cui viene proposto. Accendendo la console, la prima impressione è quella di aver sbagliato ad inserire il gioco, a partire proprio dal filmato introduttivo che parte sulle stesse note del precedente. In pista il gioco si comporta bene, benissimo, ma in fondo ce lo si aspettava. La grafica è stata ulteriormente curata e raffinata, con meno aliasing e una ottima definizione (sembra proprio una PS2) e una fluidità sempre ancorata sui 60 quadri al secondo, con un buon controllo del mezzo. Peccato che per cominciare a correre sul serio bisognerà sbloccare vetture di classe superiore, dato che con le iniziali il senso di velocità è abbastanza scarso.
Il sonoro come sempre è soggetto ai gusti, ma i coders Namco non hanno certo lesinato in quantità di brani, divisi per altro in cd virtuali. Lo stile house techno non è nulla di eclatante, ma sono presenti tutte le musiche dell'intera serie, quindi una corposa raccolta, oltre ai già citati nuovi brani. Per quel che riguarda effetti e parlato invece c'è da sottolineare la completa localizzazione in italiano, anche dello speaker, che sinceramente poteva essere evitata, visto che risulta per lo più ridicola in diverse occasioni. Frasi del tipo “it's the final lap” potevano rimanere tali: l'atmosfera ne avrebbe, a nostro avviso, giovato.
Ridge Racer 2 quindi è la più classica operazione che si potesse compiere in un ambito simile. Un sequel talmente vicino al titolo originale da sembrare solo un mero update che un gioco nuovo, come invece il titolo porterebbe a pensare. Nel corso della saga, sin dai suoi albori, ogni episodio si è sempre distinto per almeno qualche elemento particolare, e comunque era presente sempre un percorso nuovo di zecca con relative varianti. Già di per se la prima versione PSP era una dorta di “best of” della serie, ma il fattore portabilità giocava a suo favore; in questo caso invece ci sono meno attenuanti. Rattrista vedere il ruolo che Namco ha deciso di affidare ad una storica saga come questa, considerando anche che il settimo capitolo da poco rilasciato su PS3 in Giappone non si discosta da quanto già proposto lo scorso gennaio sulla concorrente Microsoft.